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venerdì 14 giugno 2013
martedì 11 giugno 2013
ALL'IMPROVVISO BUSSANO ALLA PORTA di Etgar Keret, Feltrinelli Editore.
"All'improvviso bussano alla porta" è l'ultima raccolta di racconti di Etgar Keret edita da Feltrinelli.
Ed è semplicemente straordinaria.
E' uscita nel settembre del 2012 ma Keret è uno di quegli autori che tieni sempre sul comodino. E' un sempreverde.
SEMPREVERDE: autore che nonostante il passare del tempo non smette mai di parlarti e di essere attuale.
Le sue piccole storie quasi sono quasi sempre velate metafore della vita quotidiana. Riflettono sulla condizione dell'essere umano con humor nero, sarcasmo ed ironia.
E' uno di quegli autori che quando lo leggi passi, senza accorgertene, dal riso al pianto. Sa essere struggente come un cioccolatino al rum mangiato a mezzanotte.
Keret riesce ad cogliere impalpabili aspetti della vita e dar loro parola creando situazioni surreali,assurde ed estreme.
Come sempre mi succede ho conosciuto i racconti di Keret facendo il percorso all'inverso. Ho visto prima il suo bel film Meduse (2007) che ha scritto e diretto con la moglie Shira Geffen.
Sì perchè Etgar Keret è la classica persona che quando fa qualcosa gli viene bene. La sua principale attività è quella di scrittore di racconti a cui però affianca quella di sceneggiatore di graphic novel e serie tv, autore di libri per bambini e di regista cinematografico.
Le sue altre raccolte di racconti in Italia sono state pubblicate da E/O e meritano di essere comprate in blocco.
Sul suo sito trovate alcune audioletture dei suoi ultimi racconti.
Ed un bellissimo cortometraggio tratto dal suo racconto "Cosa abbiamo in tasca?"
Qui il link ad una sua vecchia intervista alla rivista letteraria The Believer.
Etgar Keret è israeliano. Tra le nuove generazioni la sua è sempre stata una voce autorevole sulla questione isralo-palestinese. Interessante è l'operazione letteraria "Gaza Blues" dove insieme allo scrittore palestinese Samir El-Youssef esplora la complessa situazione del conflitto arabo-israeliano mostrandoci gli effetti che il clima di violenza produce nella vita quotidiana dei protagonisti delle loro storie.
Etgar Keret è proprietario della casa più sottile del mondo e qui vi spiega perché.
mercoledì 5 giugno 2013
CRITERION COLLECTION. COVER ART. ERIC SKILLMAN. PARTE II
Continua il viaggio tra i lavori di Eric Skillmann, Art Director alla Criterion Collection.
"The Wajda box was kind of a backwards project. Normally with projects like this, we work on the cover first. We get that just the way we want it, and use the look established there to dictate how to ripple out the rest of the packaging. But on this project, we did the opposite. For reasons not worth getting into here, the rest of the design had to be completed before the covers. So I had to build a design that was open enough to work with a cover that didn't yet exist, but still dynamic and interesting, since these are very emotional, dramatic films".
The Bad sleep well by Akira Kurosawa |
" The Bad Sleep Well was a fun one. Probably the most minimalist set of designs I’ve ever turned in, especially considering I basically put all my eggs in one basket with this one concept that I latched onto pretty early."
Link agli appunti di Eric.
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Yi Yi by Eward Yang |
"In our initial discussions about the film, producer Curtis Tsui and I both immediately recognized Yang Yang’s penchant for photographing the backs of people’s heads as one of the most potent visual metaphors in the film.Unfortunately, we didn’t have any high-resolution art from the film that represented that idea. So we decided to try to reproduce it."
Link agli appunti di Eric.
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The Furies by Anthony Mann |
"Since this was the first "real" Western in the Criterion Collection we felt it was important not to downplay the genre elements. But at the same time, it's a somewhat atypical Western, very dark in tone, so we didn't want to present it as something it's not. The Furies is often referred to as a "noir western," so I decided to try to combine the visual styles of those two genres. Once I found that hook to hang the design on, it was really just a question of execution".
Link agli appunti di Eric.
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Three war films Andrzej Wajda |
Link agli appunti di Eric.
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Scenes from a marriage by Ingmar Bergman |
"I still dig the way the title and Bergman’s name interlock, though it’s probably overstepping my purview to suggest so strongly that the film represents scenes from Bergman’s marriage. I have no idea what Bergman’s marriage is like; I hope it’s very happy and not particularly like the tumultuous relationship in this film".
Link agli appunti di Eric.
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Hands over the city by Francesco Rosi |
"We wanted to find a way to get Rod Steiger on the cover—he's a recognizable face, after all, and this was kind of a lesser-known film. Luckily, there was an easy way around that, since one of the major motifs in the film is Nottola's campaign posters. The other repeated visual motif in the film is the enormous city planning map in Nottola's office, which is obviously a pretty good way to reference the importance of the city".
Per questo lavoro Eric si avvale della collaborazione dell'artista croato Danijel Zezelj di cui vi consiglio caldamente di andare a vedere i suoi lavori.
Link agli appunti di Eric.
FINE PARTE II
venerdì 31 maggio 2013
DALL'ALTO...
Secondo me prima o poi ci arriveremo. Tra tanti anni forse, ma ci arriveremo. Ed io spero di esserci ancora almeno per farmi un giro. L'ho sempre pensato ma devo confessare che un po' mi vergognavo a dirlo, quasi come se fosse un sogno da bambino. Ma ora, dopo aver visto questo sito mi sento autorizzato a parlarne perché c'è già qualcuno che ci sta lavorando.
Si ridurranno le distanze. Cambierà inevitabilmente il nostro modo di intendere la vita. Il concetto di famiglia sarà più fluido, mutevole, meno arcaico. Ci si muoverà di più.
Perderemo il concetto di viaggio (ed è una grande perdita) per far spazio al cinico concetto di movimento e spostamento che manca di poesia e guadagna in praticità.
La letteratura di viaggio diventerà un genere per pochi eletti. Da circolo privato. Una lusso per nostalgici.
I confini salteranno e finalmente ci mischieremo come dovrebbe essere stato da tempo. Avremo meno paura l'uno dell'altro, finalmente le relazioni a distanza funzioneranno perché il concetto di distanza sarà una carcassa vuota del suo significato. Si farà più all'amore e ci saranno più bambini.
Cambieremo il nome alle cose.
Nembi, cumulonembi e altocumuli faranno parte del linguaggio corrente al pari di una preposizione o di un aggettivo. La meteorologia verrà insegnata nelle scuole al pari della matematica e torneremo ad avere più soggezione e rispetto per la Natura cercandola di capire.
La benzina sparirà e finalmente la si finirà di far stupide guerre. Ci sarà meno inquinamento.
Le nostre città, sviluppate verticalmente, saranno più buie e scure e dal basso dovremo lottare per vedere un frammento di cielo. Le piante faticheranno a crescere.
All'inizio circoleranno pochi prototipi. Ovviamente l'America sarà prima fra tutti: spavalda e avanguardista. Poi arriveranno da noi. Un po' come per i film.
Questa volta però sarò contento così. Mi rassicura l'idea che qualcuno che le abbia collaudate per noi.
Primo fra tutti La comprerà l'industriale brianzolo e poi suo figlio laureato alla Bocconi. E lentamente, ma neanche troppo, sarà di uso comune. Diventerà indispensabile come tutto ciò che prima non c'era e solo per il fatto che esista non ne possiamo più fare a meno.
E noi genitori impareremo dai nostri figli. Avremo questo privilegio. Anche se continueremo a preferire la bicicletta, le passeggiate in montagna e i viaggi in treno. Ma ci adegueremo. Come i nostri genitori hanno fatto con il computer e poi con il cellulare. Prima con diffidenza, poi con rabbia, tenerezza ed infine senza poterne fare a meno.
C'è chi farà carte false per possederne una. Ci saranno mutui e finanziamenti e le normali quattro ruote diventeranno pezzi da museo per collezionisti.
Ci saranno degli auto raduni di vecchie Fiat Tempra. Sarà il nuovo vintage. Il vintage dell'orrido.
Le vecchie strade marciranno e fuori dalle città la Natura avrà il sopravvento.
Avremo la testa tra le nuvole. Senza che questo sia un'offesa. Forse lassù ci sentiremo un pò' più vicini a chi non c'è più. Chi lo sa
Io almeno una volta la vorrò provare. Andrò fuori a cena con mia moglie a Londra. Partiremo dal tetto di casa nostra. Inserirò il pilota automatico come mio figlio mi ha insegnato. Passeremo sopra la Foresta Nera e poi la Manica e le bianche scogliere di Dover. E da lontano vedremo avvicinarsi le luci della città. Come vedevamo nei film da piccoli.
Sulla strada del ritorno mia moglie si addormenterà, e rimarrò solo con i miei pensieri. Penserò a mio padre quando mi insegnò a guidare nel parcheggio di San Siro, con mio fratello piccolo dietro che rideva.
Dall'alto si vedono le cose meglio, con più distacco ma con un'infinita nostalgia.
Questa storia delle macchine volanti mi ha sempre intrigato fin da bambino non tanto per l'idea in sé del volare, che non amo più di tanto, ma per le inevitabili conseguenze che una conquista del genere porterebbe con sé.
Cambierà tutto: l'approccio alle cose, la prospettiva da cui vedremo il mondo. La percezione di noi stessi.
Dominando le cose dall'alto ci sentiremo onnipotenti come degli Dei Greci ma infinitamente piccoli. Vedremo tutto con maggior distacco. Saremo più fatalisti ma allo stesso tempo più fragili.
Si ridurranno le distanze. Cambierà inevitabilmente il nostro modo di intendere la vita. Il concetto di famiglia sarà più fluido, mutevole, meno arcaico. Ci si muoverà di più.
Perderemo il concetto di viaggio (ed è una grande perdita) per far spazio al cinico concetto di movimento e spostamento che manca di poesia e guadagna in praticità.
La letteratura di viaggio diventerà un genere per pochi eletti. Da circolo privato. Una lusso per nostalgici.
I confini salteranno e finalmente ci mischieremo come dovrebbe essere stato da tempo. Avremo meno paura l'uno dell'altro, finalmente le relazioni a distanza funzioneranno perché il concetto di distanza sarà una carcassa vuota del suo significato. Si farà più all'amore e ci saranno più bambini.
Cambieremo il nome alle cose.
Nembi, cumulonembi e altocumuli faranno parte del linguaggio corrente al pari di una preposizione o di un aggettivo. La meteorologia verrà insegnata nelle scuole al pari della matematica e torneremo ad avere più soggezione e rispetto per la Natura cercandola di capire.
La benzina sparirà e finalmente la si finirà di far stupide guerre. Ci sarà meno inquinamento.
Le nostre città, sviluppate verticalmente, saranno più buie e scure e dal basso dovremo lottare per vedere un frammento di cielo. Le piante faticheranno a crescere.
All'inizio circoleranno pochi prototipi. Ovviamente l'America sarà prima fra tutti: spavalda e avanguardista. Poi arriveranno da noi. Un po' come per i film.
Questa volta però sarò contento così. Mi rassicura l'idea che qualcuno che le abbia collaudate per noi.
Primo fra tutti La comprerà l'industriale brianzolo e poi suo figlio laureato alla Bocconi. E lentamente, ma neanche troppo, sarà di uso comune. Diventerà indispensabile come tutto ciò che prima non c'era e solo per il fatto che esista non ne possiamo più fare a meno.
E noi genitori impareremo dai nostri figli. Avremo questo privilegio. Anche se continueremo a preferire la bicicletta, le passeggiate in montagna e i viaggi in treno. Ma ci adegueremo. Come i nostri genitori hanno fatto con il computer e poi con il cellulare. Prima con diffidenza, poi con rabbia, tenerezza ed infine senza poterne fare a meno.
C'è chi farà carte false per possederne una. Ci saranno mutui e finanziamenti e le normali quattro ruote diventeranno pezzi da museo per collezionisti.
Ci saranno degli auto raduni di vecchie Fiat Tempra. Sarà il nuovo vintage. Il vintage dell'orrido.
Le vecchie strade marciranno e fuori dalle città la Natura avrà il sopravvento.
Avremo la testa tra le nuvole. Senza che questo sia un'offesa. Forse lassù ci sentiremo un pò' più vicini a chi non c'è più. Chi lo sa
Io almeno una volta la vorrò provare. Andrò fuori a cena con mia moglie a Londra. Partiremo dal tetto di casa nostra. Inserirò il pilota automatico come mio figlio mi ha insegnato. Passeremo sopra la Foresta Nera e poi la Manica e le bianche scogliere di Dover. E da lontano vedremo avvicinarsi le luci della città. Come vedevamo nei film da piccoli.
Blade Runner by Ridley Scott |
Sulla strada del ritorno mia moglie si addormenterà, e rimarrò solo con i miei pensieri. Penserò a mio padre quando mi insegnò a guidare nel parcheggio di San Siro, con mio fratello piccolo dietro che rideva.
Dall'alto si vedono le cose meglio, con più distacco ma con un'infinita nostalgia.
martedì 28 maggio 2013
CRITERION COLLECTION COVERS ART. ERIC SKILLMAN. Parte I
Voglio cominciare questo viaggio tra le copertine della Criterion Collection mostrandovi i lavori di Eric Skillman.
Eric lavora ormai da 11 anni alla Criterion nell'Art Department dove ha ricoperto diversi ruoli. Ha cominciato come Art Department Manager per poi diventare Graphic Designer ed infine Art Director.
I lavori che vi mostro qui di seguito sono i suoi più significativi che meglio lo rappresentano. Non ci saranno quelli che ha eseguito con la collaborazione di altri graphic designer, illustratori o cartoonist. Quelli verrano messi in una sezione a parte. Abbiate pazienza...
Eric tiene un blog dove spiega approfonditamente le varie fasi di lavoro, le scelte creative, le piste sbagliate. Purtroppo ha smesso di aggiornarlo. Secondo me perché gli è nato un figlio. Come biasimarlo.
Ho trovato però una sua recente intervista all'interno del podcast radiofonico TMSTIDK (Tell me something that I don't know). Tra l'altro vi consiglio di iscrivervi al podcast perché ci sono altre interessanti interviste, ne pubblicano due al mese.
Ho trovato però una sua recente intervista all'interno del podcast radiofonico TMSTIDK (Tell me something that I don't know). Tra l'altro vi consiglio di iscrivervi al podcast perché ci sono altre interessanti interviste, ne pubblicano due al mese.
Berlin Alexanderplatz by Rayner Werner Fassbinder |
"Appropriately for Fassbinder’s fifteen-hour masterpiece, the process of coming up with a design for Berlin Alexanderplatz was epic".
Link agli appunti di Eric sul lavoro
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Lady Vanishes by Alfred Hitchcock |
Prove di lettering |
"The type has no real justification other than a vague period-appropriateness and my great affinity for Chris Ware (in the 3D shadowing), but it really seems to work for whatever reason. Never underestimate gut instinct in design, I say".
Di Chris Ware vi parlerò approfonditamente in una sezione a parte tra qualche settimana...
Link agli appunti di Eric.
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Blow Out by Brian De Palma |
Questa copertina è un grande esempio di sintesi. Ogni volta che la osservo mi stupisco di come questo fotogramma possa contenere tutta l'essenza del film.
Qui trovate due vecchi test di prova.
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Stagecoach by John Ford |
"This movie is pure bottled fun. But like a lot of old Westerns, it never got the design it deserved. Especially when they get to DVD, so many classic Westerns just get the "big John Wayne in a cowboy hat headshot" treatment. So I really wanted to try to find a new angle on film westerns, something other than the aged sepia-toned thing that you see so often".
"I remembered some great prints that Josh Cochran showed me, which evoked old tin toy packaging, screen printing, and just plain looked great. And how about those colors! So that sparked some ideas, about how to use negative space and color".
Link agli appunti di Eric.
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Tokyo Drifter by Seijun Suzuki |
"The movie is slick and just plain cool, so that’s really the main thing we wanted to get across in the design. The way the film uses color and composition is certainly bold and striking, and we definitely wanted to capture something of that feel".
venerdì 24 maggio 2013
CRITERION COLLECTION COVERS ART. Prologo.
MISHIMA: A life in four chapters by Paul Schrader
Art Direction: Sarah Habibi, Neil Kellerhouse.
Design: Neil Kellerhouse.
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Vi piace questa copertina? Che cosa provate quando la vedete? Attrazione? Repulsione? Io penso sia perfetta. La desidero. Vorrei terribilmente averla tra le dita, sfogliarla. Sentire l'odore della carta. In poche parole vorrei possederla e poi metterla in bella mostra sulla mia libreria. Collezionarla.
Alla Criterion Collection c'è un Art Department, capitanato da Sarah Habibi, che lavora senza sosta perché tutto questo succeda. Qualità è la parola d'ordine. E la ottengono collaborando con i migliori graphic designer ed illustratori in circolazione. E noi godiamo.
Ciò che è interessante è la filosofia che c'è dietro a tutto questo. Alla Criterion non troverete mai un'impostazione grafica uguale ad un'altra. Ci potranno essere delle similitudini, dei richiami ma mai e poi mai ci sarà una ripetizione, un doppione, perché ogni film ha una storia a sé ed ogni copertina cerca di esprimerne al meglio l'essenza.
Con le copertine Criterion c'è quasi sempre un prima e un dopo ed questa è la loro vera scommessa.
PRIMA: sei nel negozio, il tuo occhio cade sulla copertina e ne sei attratto perché è semplicemente bella. Compri il dvd.
DOPO: una volta visto il film la copertina assume un'altro significato. Si passa così da un piano estetico ad uno interpretativo.
Artwork by Criterion cast |
Chiaramente questo tipo di lavoro richiede tempo, talento e sensibilità. A seconda di ciò che il progetto (film) necessita, gli art director "di casa" decidono se svilupparlo internamente o avvalersi della collaborazione di graphic designer e/o illustratori esterni. Spesso è proprio da queste sinergie che nascono i lavori più interessanti.
Un progetto grafico completo (che comprende copertina, packaging, menù del dvd e booklet) in genere richiede almeno dai due ai tre mesi di lavoro.
Inevitabilmente con il passare degli anni si è sviluppata un'estetica Criterion dove eleganza e incisività sono gli aggettivi che meglio la definiscono. Una copertina Criterion la si riconosce in mezzo a tante altre. Te la ricordi.
In queste settimane, la notte (di giorno scrivo), mi sono letteralmente immerso in questo mondo. Ho cercato di capire chi c'è dietro ognuna di queste piccole opere d'arte. E' stata una ricerca lunga e faticosa ma che ha dato i suoi frutti. Come sempre succede una volta aperto il "vaso di Pandora" sono stato letteralmente travolto da una quantità enorme di aneddoti ed informazioni. Ci ho messo del tempo a riordinarne il contenuto ma alla fine eccomi qua a condividerlo.
Ogni post tratterà il lavoro di un' artista diverso.
Un'ultima riflessione prima di incominciare. Mi ha stupito molto la dinamicità del mondo dei graphic designer e sopratutto la voglia di condividere le proprie esperienze. Tutti hanno un loro blog dove parlano apertamente del loro processo creativo senza tanti misteri. Come dissi tempo fa condivisione=crescita. Loro lo hanno capito e ne traggono giovamento. Sarebbe bello che fosse così anche per il mio mestiere ma al momento all'orizzonte vedo solo tanti piccoli orticelli circondati da alte staccionate e sguardi diffidenti.
Nel prossimo post vedremo le copertine di Eric Skillman, graphic designer di Brooklyn, in-house Art Director alla Criterion Collection.
venerdì 17 maggio 2013
MONDO NERD! CRITERION COLLECTION ovvero l'estasi del fanatico di cinema - parte I
Days of Heaven by Terrence Malick |
La Criterion Collection è una società americana di distribuzione home-video. Dal 1984 la sua missione è quella di pubblicare nuovi e vecchi capolavori del cinema mondiale restaurandoli (ora in alta definizione) e arricchendoli con originali contenuti extra. Ogni mese vengono proposti almeno 12 nuovi film. Alcuni sono delle ri-edizioni in blu-ray, altri delle novità assolute: ormai il catalogo conta circa 931 film da ogni parte del mondo.
L'Italia è rappresentata con 58 titoli dei nostri registi più conosciuti: Fellini, Rossellini, Pasolini, Pontecorvo, De Sica, Monicelli, Bertolucci, Bellocchio, Germi, Antonioni, Rosi, Olmi, Visconti, Lattuada, Cavani. L'unico film degli ultimi 10 anni è Gomorra di Matteo Garrone.
Affianco alla collana Criterion dal 2007 è stata inaugurata una nuova collana Eclipses che raccoglie una selezione di classici perduti o dimenticati ad un prezzo abbordabile.
Il Posto by Ermanno Olmi |
Il mio amore per la Criterion è cominciato anni fa in un video-store di New York dove per caso ho trovato un film di Ermanno Olmi che cercavo da tantissimo tempo e che mai avevo visto prima: Il Posto.
Ciò che mi ha colpito maggiormente oltre alla qualità del video e dell'audio è stata la varietà e la ricchezza dei contenuti speciali. Così sono andato sul sito web, ed è stato allora che ho scoperto un mondo da cui non avrei più voluto fare ritorno: il mondo Criterion ovvero l'estasi del fanatico di cinema.
Ciò che mi ha colpito maggiormente oltre alla qualità del video e dell'audio è stata la varietà e la ricchezza dei contenuti speciali. Così sono andato sul sito web, ed è stato allora che ho scoperto un mondo da cui non avrei più voluto fare ritorno: il mondo Criterion ovvero l'estasi del fanatico di cinema.
LE 4 REGOLE DI MR. CRITERION
1 Ogni film è presentato nel suo montaggio e formato originale come voluto dal regista.
2 Ogni restaurazione parte dal miglior negativo originale del film trovato in giro per il mondo.
3 Il processo di digitalizzazione viene seguito da colorist di fiducia in grado di garantire un alto standard qualitativo.
4 Quando possibile vengono coinvolti il regista e il direttore della fotografia affinché il look del film sia il più possibile vicino alle loro intenzioni.
The Great Dictator by Charlie Chaplin |
Il sito è fatto molto bene ed è diviso in varie sezioni. Ci sono contenuti interessanti ed inusuali. Ogni film ha una scheda personale con tutti i materiali relativi ad esso: saggi, fotografie, clip e quant'altro. Quella del film The Royal Tenenbaum merita una visita ma vedetene anche altre.
TOP TEN LIST
Cose da nerd. Personaggi celebri del mondo dell'arte della musica, del fumetto e del cinema stilano una classifica dei loro film preferiti alla Criterion. Guardate le liste di Adam Yauch, Seth, Sonic Youth, Paul Schrader, Nicholas Winding Refn's, Christopher Nolan, Jonathan Lethem, Iron and Wine, Marcel Dzama, Wes Anderson. Ma se non siete soddisfatti potete registrarvi al sito e fare la vostra top ten.
Hands over the city by Francesco Rosi |
Qui trovate raggruppati diversi film secondo tematiche proposte dallo staff. Tra le mie preferite ci sono: Noir and Neonoir, New York stories, First Films, Growing Pains. Ciò che è certo è che alla Criterion si fanno delle grandissime canne...
E' sostanzialmente il blog della Criterion dove trovate una summa di tutto ciò che c'è nel sito diviso per argomenti.
Le 3 motivazioni per cui Mr Criterion ha scelto di riproporre proprio quel film. Guardatevi quella di Band of Outsiders!
Personaggi del mondo del cinema vengono invitati nel magazzino della Criterion a scegliersi dei dvd. Tra gli altri Wim Wenders, Guillermo del Toro, Harry Savides's.
Tutta questa qualità la si paga e non poco. I dvd costano dai 30 ai 40$. Ma alla Criterion sono al passo con i tempi e da un po' di tempo a questa parte hanno stretto accordi con il web (Hulu Plus o I Tunes america) dove potete trovare molti dei loro film in affitto o in vendita.
Delle domande però sorgono spontanee. Come è possibile che una realtà così di nicchia riesca a sopravvivere in un mercato così spietato come quello dell'home video? Alla Criterion dove trovano i fondi per mantenere un livello qualitativo così alto? Ci sarà dietro un benefattore? Purtroppo non ho delle risposte ma ciò che è certo lunga vita a Mr Criterion!
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