Questa storia delle macchine volanti mi ha sempre intrigato fin da bambino non tanto per l'idea in sé del volare, che non amo più di tanto, ma per le inevitabili conseguenze che una conquista del genere porterebbe con sé.
Cambierà tutto: l'approccio alle cose, la prospettiva da cui vedremo il mondo. La percezione di noi stessi.
Dominando le cose dall'alto ci sentiremo onnipotenti come degli Dei Greci ma infinitamente piccoli. Vedremo tutto con maggior distacco. Saremo più fatalisti ma allo stesso tempo più fragili.
Si ridurranno le distanze. Cambierà inevitabilmente il nostro modo di intendere la vita. Il concetto di famiglia sarà più fluido, mutevole, meno arcaico. Ci si muoverà di più.
Perderemo il concetto di viaggio (ed è una grande perdita) per far spazio al cinico concetto di movimento e spostamento che manca di poesia e guadagna in praticità.
La letteratura di viaggio diventerà un genere per pochi eletti. Da circolo privato. Una lusso per nostalgici.
I confini salteranno e finalmente ci mischieremo come dovrebbe essere stato da tempo. Avremo meno paura l'uno dell'altro, finalmente le relazioni a distanza funzioneranno perché il concetto di distanza sarà una carcassa vuota del suo significato. Si farà più all'amore e ci saranno più bambini.
Cambieremo il nome alle cose.
Nembi, cumulonembi e altocumuli faranno parte del linguaggio corrente al pari di una preposizione o di un aggettivo. La meteorologia verrà insegnata nelle scuole al pari della matematica e torneremo ad avere più soggezione e rispetto per la Natura cercandola di capire.
La benzina sparirà e finalmente la si finirà di far stupide guerre. Ci sarà meno inquinamento.
Le nostre città, sviluppate verticalmente, saranno più buie e scure e dal basso dovremo lottare per vedere un frammento di cielo. Le piante faticheranno a crescere.
All'inizio circoleranno pochi prototipi. Ovviamente l'America sarà prima fra tutti: spavalda e avanguardista. Poi arriveranno da noi. Un po' come per i film.
Questa volta però sarò contento così. Mi rassicura l'idea che qualcuno che le abbia collaudate per noi.
Primo fra tutti La comprerà l'industriale brianzolo e poi suo figlio laureato alla Bocconi. E lentamente, ma neanche troppo, sarà di uso comune. Diventerà indispensabile come tutto ciò che prima non c'era e solo per il fatto che esista non ne possiamo più fare a meno.
E noi genitori impareremo dai nostri figli. Avremo questo privilegio. Anche se continueremo a preferire la bicicletta, le passeggiate in montagna e i viaggi in treno. Ma ci adegueremo. Come i nostri genitori hanno fatto con il computer e poi con il cellulare. Prima con diffidenza, poi con rabbia, tenerezza ed infine senza poterne fare a meno.
C'è chi farà carte false per possederne una. Ci saranno mutui e finanziamenti e le normali quattro ruote diventeranno pezzi da museo per collezionisti.
Ci saranno degli auto raduni di vecchie Fiat Tempra. Sarà il nuovo vintage. Il vintage dell'orrido.
Le vecchie strade marciranno e fuori dalle città la Natura avrà il sopravvento.
Avremo la testa tra le nuvole. Senza che questo sia un'offesa. Forse lassù ci sentiremo un pò' più vicini a chi non c'è più. Chi lo sa
Io almeno una volta la vorrò provare. Andrò fuori a cena con mia moglie a Londra. Partiremo dal tetto di casa nostra. Inserirò il pilota automatico come mio figlio mi ha insegnato. Passeremo sopra la Foresta Nera e poi la Manica e le bianche scogliere di Dover. E da lontano vedremo avvicinarsi le luci della città. Come vedevamo nei film da piccoli.
Blade Runner by Ridley Scott |
Sulla strada del ritorno mia moglie si addormenterà, e rimarrò solo con i miei pensieri. Penserò a mio padre quando mi insegnò a guidare nel parcheggio di San Siro, con mio fratello piccolo dietro che rideva.
Dall'alto si vedono le cose meglio, con più distacco ma con un'infinita nostalgia.
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